Le società di consulenza

Le società di consulenza sono quelle imprese che forniscono in esternalizzazione servizi ad aziende clienti o committenti in vari settori di consulenza (economico-finanziaria, legale, informatica, medica, ambientale, ecc…) avvalendosi del know how ovvero delle capacità di problem solving di propri consulenti. Si può andare da piccole organizzazioni di pochi addetti e un solo settore di consulenza a società di medie e grandi dimensioni con centinaia o anche migliaia di consulenti con più settori di consulenza ovvero multiservizi come nel caso di multinazionali con fatturato di centinaia di milioni o anche miliardi di euro quotate in borse valori. La diffusione di queste società è in crescita dagli inizi degli anni 2000 con la New Economy e la diffusione di Internet e delle tecnologie informatiche. Ovviamente, esistono società o dipartimenti di quelle molto grandi, specializzate per settore economico o tipologia di cliente. Fanno parte del cosiddetto settore terziario avanzato. La loro organizzazione è tipica aziendale con management, back office e front office partecipando a gare di appalto per aggiudicarsi commesse su varie tipologie di progetti (è frequente il ricorso al subappalto per poter diversificare il servizio, sfruttando la grande capacità commerciale e la notorietà nonché l’utilizzo di una vasta rete di freelance). Clienti tipici sono pubblica amministrazione, banche, industrie e altre aziende di qualsiasi comparto, settore e dimensione.

Il consulente finanziario

La consulenza finanziaria ha per oggetto la pianificazione e il monitoraggio di obiettivi e risorse finanziarie di ogni possibile soggetto economico, che, non essendo in possesso di adeguate competenze e professionalità, si rivolge ad un professionista del settore, il consulente finanziario. La consulenza consiste nel fornire al cliente indicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le operazioni più adeguate in relazione alla situazione economica e agli obiettivi del cliente stesso.

In particolare essa è caratterizzata: a) dall’esistenza di un rapporto bilaterale e personalizzato tra il consulente e il cliente, fondato sulla conoscenza degli obiettivi di investimento e della situazione finanziaria del cliente stesso, così che le indicazioni siano elaborate in considerazione della situazione individuale dello specifico investitore. b) dalla posizione di strutturale indipendenza del consulente rispetto agli investimenti consigliati. c) dall’inesistenza di limiti predeterminati in capo al consulente rispetto agli investimenti da consigliare. d) dalla circostanza che l’unica remunerazione percepita dal consulente sia quella ad esso pagata dal cliente nel cui interesse il servizio è prestato.

L’attività di consulenza entra nel merito delle singole questioni economiche finanziarie valutando le possibili scelte di investimento e finanziamento e il relativo effetto sull’equilibrio finanziario generale del soggetto economico. Il consulente finanziario indipendente si pone, in sintesi, come un “decodificatore” delle complessità, opportunità e minacce che i mercati finanziari pongono di fronte agli investitori. Supporta l’investitore nel percorso che l porterà alla consapevolezza delle proprie scelte in materia di investimenti.

Il consulente di fiducia

Le prestazioni del consulente di fiducia riguardano rapporti fondati sulla stima che una persona riscuote a prescindere da formalità e titoli; qui la competenza del consulente riguarda solitamente problematiche a carattere riservato delle quali egli ha ampia conoscenza e di cui si può prendere cura anche attivamente. Egli può essere rivestito da una persona che ha acquisito negli anni la stima da parte di una terza avendo dimostrato ad essa la sua integerrima ed elevata moralità in ambito lavorativo e/o personale. Il contesto particolare, può rendere talvolta equivoco tale ruolo, in particolare nei casi in cui l’esito della consulenza si presta a sospetti di natura morale o legale nei quali casi può essere così individuata la figura del “faccendiere”.

La consulenza politica

Attività di un soggetto o di un’organizzazione – di norma indipendente – che ha il mandato di interpretare e valutare le condizioni del contesto politico e in tale ruolo analizza, progetta e gestisce l’offerta politica di chi intende candidarsi all’opinione pubblica. Il consulente politico aiuta il suo assistito ad acquisire vantaggi competitivi, nei contenuti, nell’organizzazione, nella relazione di consenso con l’elettorato e nella comunicazione, per il fine di distinguersi e posizionarsi in modo ottimale rispetto ai concorrenti.

La consulenza legale

Rientra nelle consuetudini della professione legale e forense; ogni avvocato – prima ancora di comparire davanti a un giudice e anche a prescindere da questa eventualità – fornisce al proprio cliente una dettagliata consulenza sugli aspetti giuridici della questione che lo riguarda in modo che egli possa decidere, dandone mandato al legale, quale obiettivo perseguire nell’eventuale azione legale da intraprendere. La procura dimostra di avere il mandato ad agire. La consulenza legale può essere svolta anche da dottori esperti laureati in legge o da giuristi.

La consulenza aziendale

Con il termine consulenza aziendale non si intende una tipologia di consulenza bensì il raggruppamento di consulenze specifiche e settoriali quando rivolte al mondo delle imprese, degli enti pubblici e delle associazioni (le organizzazioni in termini generali secondo la definizione della norma ISO 9000). Pertanto, la consulenza tecnica/tecnologica, fiscale, tributaria e contabile (amministrativa), finanziaria, legale, psicologica, medica, informatica, d’immagine e comunicazione, di amministrazione del personale, notarile, ecc quando rivolta non a consumatori-cittadini (clienti privati) ma ad aziende, rientra nella vasta categoria della consulenza aziendale. Vi sono delle consulenze che sono solo aziendali (esempio la consulenza direzionale, quella commerciale, la consulenza del lavoro, di medicina del lavoro, di psicologia del lavoro, la consulenza di processo e tante altre specializzazioni di consulenze più generali).

Occorre non confondere i servizi erogati dai consulenti aziendali (che sono imprese o liberi professionisti) da quelli forniti dalle associazioni di categoria delle imprese quando svolgono le classiche funzioni di rappresentanza e tutela dei propri associati.

La consulenza direzionale

Si tratta di servizi rivolti a programmi con tipologie diverse, per imprese private di qualsiasi dimensione o aziende ed enti pubblici, professionalità definite ovvero interprofessionali, con fonti finanziarie proprie, di fondazioni, di munificenza privata, di Enti pubblici locali, nazionali e comunitari. Generalmente possono svolgersi in più fasi, dall’analisi del bisogno (organizzativo, formativo, gestionale, ecc.), al reperimento delle fonti di finanziamento, alla razionalizzazione della documentazione generale, dell’offerta tecnica e del piano finanziario, fino alla consulenza organizzativa in corso d’opera, sia direzionale che di processo.

La consulenza alle organizzazioni è di solito erogata dalla figura professionale del Consulente di direzione (Consulente di management). Questi consulenti possono essere qualificati attraverso uno schema internazionale noto come CMC (Certified Management Consultant) definito dall’ICMCI ed in Italia rilasciato da APCO.

In merito alle opportunità offerte dai finanziamenti pubblici per la formazione, riguarda interventi che agevolano l’adattamento delle maestranze ai mutamenti industriali e all’evoluzione dei sistemi di produzione. Rientrano in questo scopo le attività di formazione promosse dalle organizzazioni a favore dell’aggiornamento dei propri dipendenti.

Per la consulenza di management sono vigenti due standard professionali di riferimento:

ISO 20700 Linea guida per i servizi di consulenza di management, e UNI 11369:2019 Attività professionali non regolamentate – Consulente di management – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

La consulenza del lavoro

I consulenti del lavoro sono professionisti dell’area giuridico-economica. Il consulente del lavoro ha competenze specifiche nella gestione del personale subordinato e parasubordinato per conto delle imprese. Ha conoscenze in materia di contabilità e consulenza fiscale. Si occupa della gestione di tutti gli aspetti contabili, economici, contrattuali, assicurativi, previdenziali e sociali in tema di amministrazione del personale. L’attività tipica, specie per le micro, piccole e medie aziende, è l’elaborazione dei cedolini paga e adempimenti correlati.

Il consulente del lavoro si occupa di amministrazione del personale (dal lato del datore di lavoro): la gestione delle risorse umane è un’altra materia svolta da consulenti diversi (organizzazione aziendale, psicologia del lavoro, qualità, coaching, ecc.).

Nel mondo l’eventuale esistenza del consulente del lavoro (o altrimenti denominato), così come l’ambito delle attività e le qualifiche necessarie, variano a seconda della nazione ovvero dal livello di complicazione delle procedure e adempimenti amministrativi (soprattutto verso eventuali enti pubblici di tipo previdenziale, assicurativo o giuridico/ispettivo) che il datore di lavoro deve eseguire o dall’intensità di regolamentazione statale della singola nazione.