La consulenza (anche chiamata con il termine inglese consultingcounseling) è la professione di un consulente, ovvero una persona che, avendo accertata qualifica in una materia, consiglia e assiste il proprio committente nello svolgimento di cure, atti, pratiche o progetti fornendo o implementando informazioni, pareri o soluzioni attraverso il proprio know how e le proprie capacità di problem solving. Spesso la consulenza è organizzata attraverso società di consulenza che offrono tali servizi appoggiandosi a uno o più consulenti fino anche migliaia di addetti nel caso di multinazionali aventi un parco clienti distribuito su molte nazioni. I consulenti esterni che non provengono da organizzazioni di consulenza, ma operano come liberi professionisti, vengono detti freelance.

Il ruolo e l’attività

Compito del consulente è una volta acquisiti gli elementi che il cliente possiede già, di aggiungervi quei fattori di sua esperienza, conoscenza e professionalità che possono promuoverne sviluppi nel senso desiderato; in tale contesto è sostanziale il rapporto di fiducia tra il committente e chi fornisce consulenza. Tale fiducia può fondarsi su un rapporto consolidato, sulla notorietà del consulente, sulla competenza e capacità dimostrate, sui titoli accademici e professionali che egli possiede. L’attività si estrinseca generalmente fornendo o implementando informazioni, pareri o soluzioni attraverso il proprio know how e le proprie capacità di problem solving.

In talune situazioni al consulente è richiesta una prestazione di tipo teorico ovvero la mera trasmissione di conoscenze e istruzioni: in questo caso la consulenza è più esattamente formazione. In altre, diametralmente opposte, al consulente è richiesto di eseguire materialmente delle incombenze operative al posto del committente (quando il cliente è un’azienda si parla di “affidamento o appalto di servizio” o esternalizzazione).

Il ricorso alla consulenza esterna da parte di un’impresa, diffuso nell’ambito dei servizi, è detto esternalizzazione delle risorse umane, motivato spesso dall’elevato grado di specializzazione professionale per la prestazione lavorativa richiesta e dall’abbattimento dei costi imponibili della risorsa al termine della prestazione professionale fornita dallo stesso attraverso forme di lavoro contrattuali tipiche del lavoro parasubordinato o attraverso la somministrazione di lavoro anziché come dipendente oppure attraverso semplici accordi economici tra le parti con il consulente dotato di partita IVA.

I soggetti fornitori

I consulenti possono essere persone fisiche come privati e liberi professionisti, ma spesso la consulenza è organizzata attraverso società di consulenza che offrono tali servizi appoggiandosi ad uno o più consulenti fino anche migliaia di addetti nel caso di multinazionali aventi un enorme parco clienti distribuito su molte nazioni.

I consulenti che non provengono da imprese fornitrici ma operano o come liberi professionisti, vengono detti anche freelance.

I soggetti richiedenti]

In generale possono richiedere prestazioni di consulenza come clienti sia soggetti privati che pubblici (ad es. le pubbliche amministrazioni) qualora non siano in grado di ottenere autonomamente i risultati desiderati.

In particolare il ricorso alla consulenza è una pratica diffusa nelle organizzazioni pubblico-amministrative o enti governativi tanto che il suo abuso è spesso criticato per via dei costi totali imponibili al richiedente. Nel caso dei privati si può tradurre in una sostanziale delega a terzi di una parte dei propri oneri lavorativi (outsourcing), progressivamente diffusasi a causa della specializzazione sempre più spinta delle conoscenze tecniche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di produzione.

Inoltre, occorre fare un’altra distinzione importante:

  • consulenza alle persone fisiche in qualità di consumatori, lavoratori, cittadini, utenti, assistiti, in generale individui necessitanti di un servizio consulenziale ma all’infuori dello svolgimento di un’attività economica o professionale;
  • consulenza alle imprese, gruppi societari, ditte individuali, ecc. ovvero soggetti, con organizzazione o meno (ad esempio un lavoratore autonomo) , che svolgono un’attività economica (artigianale, industriale, commerciale, professionale, agricola) oppure un ente di diritto pubblico che eroghi servizi oppure costituiscono autorità politico-amministrativa; questa tipologia di consulenza è detta “consulenza aziendale”. Simile si potrebbe porre la consulenza a organizzazioni non a carattere economico o professionale, come le associazioni (culturali, di volontariato, politiche) o alle fondazioni.

Le consulenze prestate ai predetti soggetti sono due attività molto diverse e anche i consulenti che possono rivolgersi ad ambo le categorie di committenza (ad esempio un legale) poiché tendono a specializzarsi in quanto i due contesti sono assai lontani tra loro. Basta pensare che un consulente che lavora per enti e imprese deve, come minimo, interfacciarsi con vari uffici del cliente e adeguarsi alle sue procedure (anche se fossero solo quelle amministrative).

Inoltre, per una determinata materia consulenziale ci si può rivolgere o ad un libero professionista che lavora in proprio o farsi assistere da un’organizzazione (società di consulenza, studio professionale, impresa di servizi).